Gloria di Cristo, i mosaici del duomo di Monreale

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di Emilia Di Piazza

I Mosaici del Duomo di Monreale in mostra a San Cataldo fino al 16 gennaio 2022.

Esposte presso la Chiesa Madre di San Cataldo 36 stampe tratte dalle fotografie scattate nel 2006 durante la campagna guidata dal professore Giovanni Chiaramonte, che allora insegnava Teoria e Storia della Fotografia presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Palermo.

L’architetto e fotografo sancataldese Santo Eduardo Di Miceli, curatore, tra l’altro, della mostra Gloria di Cristo, i mosaici del duomo di Monreale era uno dei fotografi coinvolti insieme a Daniele De Lonti, e Jurij Gallegra. Trattasi nella fattispecie dei cromalin che sono serviti per la stampa del volume che l’allora Arcivescovo Cataldo Naro promosse insieme alla possibilità di fotografare i mosaici del Duomo.

“Un privilegio”, così lo definisce l’architetto Di Miceli, “quella possibilità di osservare da una posizione favorita così tanta Bellezza e magnificenza”. Per l’occasione – prosegue – abbiamo fatto costruire dei cavalletti speciali poiché l’impresa non era certo semplice!”.

Sono stati fotografati oltre 600 mosaici, dalla navata centrale al Presbiterio, dalle navate laterali ai dettagli. Il lavoro, iniziato a metà gennaio, si è concluso la Domenica delle Palme di quell’anno.

Ora, il racconto biblico per immagini viene restituito a nuova luce grazie alla geniale intuizione dell’artista che, rammaricato di “dover tenere nascosta così tanta Bellezza all’interno di scatole mute” ha fortemente voluto e promosso l’evento, un percorso narrativo per immagini del quale appunto si fa ideatore e curatore.

Si tratta di un evento dalla doppia valenza peraltro: una quella didattico – descrittiva che è quella più immediata – se vogliamo – l’altra è quella di offrire uno spaccato tangibile del lavoro propedeutico alla stampa di un volume. E poi – immancabile – la potenza del Pantocratore che dall’alto della sua indescrivibile autorevolezza iconografica e semantica si pone e si impone come la “più perfetta” metafora di sé stesso e dell’intero Creato. Principio e fine di tutto, così come le Sacre Scritture ce lo consegnano.

A corredo delle immagini, l’allestimento ha previsto, l’ultima lettera pastorale dell’Arcivescovo Cataldo Naro Amiamo la nostra Chiesa datata novembre 2005, quale spunto per un momento di riflessione sul tempo del Natale e della Fede. “Parole e immagini che ci aiutano a comprendere in questa nuova complessità, dovuta agli effetti della pandemia, il valore della nostra presenza all’interno delle comunità”, così ancora Di Miceli.

All’inaugurazione presenti il sindaco di San Cataldo, Gioacchino Comparato, che ha portato i saluti dell’Amministrazione, sottolineando l’importanza dell’evento che, ancora una volta, permette di collocare il paese fra quanti hanno a cuore iniziative culturali, e l’arciprete, don Angelo Spilla che ha condiviso sin da subito il progetto della mostra.

È intervenuto, in collegamento da remoto, il professore Simone Billeci, docente di storia e filosofia a Palermo che ha offerto interessanti chiavi di lettura sia per quanto concerne la fruizione dell’esposizione sia per una rinnovata visione del rapporto personale di ognuno con la Chiesa e, in ultima analisi, con Dio. Sue le riflessioni a partire dal volume curato dall’Abbate Gravina sul Duomo di Monreale di fine ‘800 a quello curato da Kitzinger nel 1960 con le fotografie di Enzo Sellerio.

La mostra sarà aperta anche a gennaio per dare la possibilità agli istituti scolastici di poterla visitare.

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