“La Via dolorosa” vista con gli occhi della moglie di Pietro – Film

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di Francesco Inguanti

Per la seconda volta consecutiva a Pasqua non potremo celebrare i tradizionali riti della settimana Santa in pubblico. Forse ciò che ci mancherà di più sarà la Via Crucis per le vie dei nostri quartieri.

Filippo La Porta nel 2017 aveva pensato e scritto per essere rappresentato un monologo particolarmente interessante. Una “Via Dolorosa” raccontata con gli occhi di una donna e di una moglie: la moglie di Pietro. Di lei non sappiamo nulla, ma certamente quei tre anni, dall’incontro di suo marito con Cristo alla Resurrezione segnarono la sua vita, come accadde per suo marito.

Il Chiostro del Convento di Santa Maria di Gesù a Palermo è stato scelto dal regista Eugenio Bollani per rappresentare i pensieri, le sensazioni, le domande, i drammi, di questa moglie, interpretata da Mariella Villafrate, che cerca di capire in tutti i modi cosa sia accaduto di tanto importante a suo marito, a tal punto da decidere di abbandonare la famiglia, il lavoro, gli affetti, per seguire un uomo, così diverso ma così interessante.

I Vangeli non ci dicono nulla di lei, ma certamente i tre giorni della Passione, segnarono profondamente la sua vita, così come quella del marito. Nella impossibilità di partecipare alla Via Crucis per le vie delle nostre città questo spettacolo può aiutarci a rivivere e far memoria di quelli avvenimenti così decisivi per l’umanità intera.

Il Coronavirus ha prodotto significative mutazioni anche nella comunicazione, e così si è deciso di registrare la rappresentazione e consentire ad un vasto pubblico si seguirla durante la Settimana santa attraverso il canale YouTube.

Cosa avrà provato la moglie di Pietro la sera in cui suo marito tornò a casa dopo avere fatto l’incontro con Gesù? Filippo La Porta ha provato ad immaginarlo con queste parole recitate da Mariella Villafrati: “Avevi una luce … che non so dire. Mi è sembrato che il tuo sguardo si posasse sulle cose della nostra casa, su tutti gli oggetti … come se li vedessi per la prima volta. Con tuo fratello poi, vi guardavate e ridevate per niente, … davate l’impressione di essere due contenti di rivedersi dopo tanto tempo. Anche lui aveva negli occhi la tua stessa luce. Ero convinta che fosse la felicità di una pesca abbondante ma era ben altro, era qualcosa che vi cambiò decisamente. Quella luce di occhi meravigliati non vi ha più abbandonato”.

Ciò che lascia il segno più profondo in questa storia è l’incontro con la madre di Gesù un incontro tra donne in cui la femminilità è la chiave di lettura per comprendere il dramma dell’uccisione del figlio. Filippo La Porta descrive così: “La Croce. La Croce no! Non fatela vedere a Maria. Una madre per nove mesi nutre il figlio di sé. Una madre cresce il figlio in braccio con il suo stesso respiro, una madre nutre per sempre il figlio di sé. Non può vederlo portare quel peso … non può vederlo cadere! Non può far altro che gridare che qualcuno lo aiuti! Vi prego qualcuno lo aiuti! È forte certo, è giovane, ha vissuto da carpentiere è vero … ma così no. Così non ce la può fare!”. Nella figura della moglie di Pietro sono racchiuse e espresse le ansie e le preoccupazioni di tutte le mogli, di tutte le madri, di tutte le donne di fronte alla morte innocente di un figlio allevato per 33 anni.

Il racconto prosegue fino a giungere al giorno di Pasqua che la moglie di Pietro racconta con queste parole: “Tornai a casa certa di trovarlo. Mi accolse solo mia madre che già sapeva, non so come ma già sapeva. Mi disse: ‘Pietro non tornerà più. Adesso deve andare davvero’. Rimasi come di sasso, sentivo solamente il mio cuore battere forte. Avevo bisogno di acqua fresca per svegliarmi. Il fondo del pozzo mi rimandò i miei occhi, le mie rughe, le mie mani … pacificati. Rividi nel riverbero dell’acqua, le mie gioie, i dolori, i pensieri, me bambina, ragazza e sposa, gli sguardi e gli abbracci di Pietro, i miei dubbi la mia rabbia … tutte le mie attese … pacificati. Ora vai pure mio Pietro. Non ti ho mai amato come adesso!”

Così si conclude il monologo scritto da Filippo La Porta. È un punto di osservazione che non troviamo nei Vangeli, ma che esprime molte delle nostre domande e delle nostre inquietudini. Dopo tre anni la moglie comprende l’avvenimento che ha sconvolto la vita del marito e pacificata dalla notizia della Resurrezione lo lascia andare per il suo destino, di cui non comprende molto, ma che accetta per il grande amore che lo lega a lui.

“Abbiamo vinto la prima parte della scommessa – commenta il regista Bollani – quella della realizzazione di un prodotto di qualità in piena pandemia. Adesso ci attende la seconda parte che si gioca in questa settimana. Diffondere questo evento così che sia conosciuto da molti. Dopo Pasqua, in base ai risultati, decideremo come proseguire sia con le rappresentazioni in diretta sia producendo un prodotto multimediale da diffondere stante la pandemia”.

L’intera opera è disponibile su YouTube da oggi, fino alle ore 22.00 di lunedì 5 aprile 2021. Chi desiderasse vederla può farne richiesta al seguente indirizzo e-mail: laviadolorosa@giornotto.com così da ricevere il link.

 

 

 

 

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