L’appartenenza alla comunità parrocchia aiuti tutti a non sentirsi soli

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Di seguito l’intervista a don Guido Scollo, parroco della chiesa Madonna del Carmine e di San Tommaso in Siracusa.

 di Francesco Inguanti

 Don Guido, sono più di 50 giorni che le attività anche nella sua parrocchia si sono bloccate. Che sentimenti le ha provocato e le provoca questa situazione?

In un primo momento c’era incredulità, sembrava quasi d’essere stato proiettato in un film hollywoodiano. Adesso alterno momenti di tristezza a desideri di ricominciare che spingono verso una progettualità.

È stato aiutato nel proseguire la sua attività dai mezzi di comunicazione (telefono e web innanzitutto) per continuare a tenere vivi i rapporti con i parrocchiani?

I primi giorni ho cercato di mantenere il contatto tramite telefonate e WhatsApp. Adesso uso molto anche piattaforme video come Skype, zoom, etc.

C’è un settore che non può essere fermato: quello della carità. Come ha affrontato le problematiche che ne sono connesse?

Grazie all’aiuto di alcuni parrocchiani e soprattutto dei Cavalieri del Santo Sepolcro, ho potuto aiutare settimanalmente poveri (che sono in numero crescente). Dalla scorsa settimana anche il Banco alimentare ha ripreso il suo consueto aiuto.

L’esperienza del catechismo è continuata seppur a distanza? E come?

Si, fortunatamente con l’aiuto di Skype, mantengo il contatto con i bambini del catechismo, ai quali spiego con parole semplici il Vangelo della domenica. I bambini sono divisi in gruppi per poter dare loro la possibilità di parlare.

Come hanno vissuto queste settimane i suoi parrocchiani? L’appartenenza alla comunità cristiana della parrocchia come li ha aiutati?

È dura per tutti, ma siamo speranzosi che presto torneremo a rivederci di presenza. Credo poi che l’appartenenza alla parrocchia aiuti tutti a non sentirsi soli in questa situazione. Sentitisi parte di una comunità ci rende più forti.

Vi sono esperienze accadute in questo periodo particolarmente significative che ha avuto modo di conoscere?

In questo periodo ho notato tante persone chiedere qualcosa per la carità, anche gente che non avresti immaginato. Allo stesso tempo ho notato anche che alcune persone per la prima volta si sono poste la domanda su come essere d’aiuto in questa situazione. È una crisi che in alcuni casi sta muovendo le coscienze, speriamo solo che questo interrogarsi non finisca col finire del virus, ma sia l’inizio di un serio cammino con Dio.

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