Duecentomila visitatori per il Duomo di Monreale Intervista con Enrico Geloso, coordinatore per la fruizione

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6.340 mq di mosaici, 102 metri di lunghezza per 40 di larghezza. Il Pantocratore ha una misura delle braccia di 13,30 mt un’altezza di 7 mt; la testa compresa la barba misura 3 mt; la mano destra è 1,80 mt; il libro aperto è 2×2 mt; le lettere “Io sono la luce del mondo, chi segue me, non cammina nelle tenebre ma avrà la luce della vita” del libro hanno 30 cm di misura. Nelle navate sono rappresentati 250 Santi;18 sono le colonne di granito. Si calcola che i lavori siano stati diretti da 100 monaci benedettini.

Questi sono solo alcuni dei numeri più significativi che fanno della Cattedrale di Monreale una delle più belle chiese del mondo, perché in essa si fondono, per così dire, quantità e qualità. La bellezza dei mosaici infatti si accompagna alla loro estensione e la dimensione del Pantocratore è perfettamente inserita nella vastità della navata centrale, così da dare al visitatore l’effetto di una grande scenografia in cui anche lui, in piccola parte, è protagonista e interprete.

Un complesso di tali dimensioni richiede ovviamente una molteplicità di interventi, di persone e di risorse economiche non indifferenti. Le persone che più si trovano in prima fila in questo compito sono certamente i custodi e i ragazzi dell’Ente per le opere di religione e di culto che si occupano della fruizione, coloro con cui il visitatore ha il primo incontro vuoi per chiedere informazioni, vuoi per pagare il ticket d’ingresso. Si tratta di una equipe di 10 persone specificamente formate che vigilano sul tempio e sui turisti dall’apertura che ogni mattina è alle ore 8:30 fino alle 12:45. Nel pomeriggio riprendono il loro lavoro alle 14:30 fino alle 17:00.

Abbiamo posto alcune domande a Enrico Geloso che è il coordinatore di questa squadra di assistenti.

Gli abbiamo chiesto per prima cosa di descriverci la tipologia del visitatore?

Premesso che ne vengono da ogni parte del mondo, si può dire che molto dipende dal periodo dell’anno. Infatti, in alcuni giorni della settimana e dell’estate prevalgono i crocieristi, coloro che con la nave attraccano al Porto di Palermo e con i pullman vengono velocemente trasportati a Monreale. In primavera e autunno sono prevalenti le scolaresche, mentre i singoli o i piccoli gruppi arrivano in ogni periodo dell’anno. Non ci sono mesi di “stanca”, il Duomo è sempre pieno.

Come è organizzata la visita per i gruppi?

I gruppi sono quasi sempre assistiti dalle agenzie di viaggio che provvedono a prenotare la visita per tempo. Ciò consente loro di godere di una maggiore assistenza, di concordare l’orario di accesso, in modo da evitare di giungere in occasioni di celebrazioni, eventi, ecc., di non fare code presso l’infopoint. Le prenotazioni dei gruppi si fanno telefonando al numero +39 3273510886 nei giorni di Lunedì-Mercoledì-Venerdì dalle ore 9,00 alle 12,00 o meglio ancora collegandosi al sito www.enteoperemonreale.it.

E i singoli?

I singoli possono entrare liberamente purché costituiscono gruppi inferiori a 10 persone; possono acquistare delle guide all’ingresso, avvalersi delle audio guide dotate di cuffie o del nuovo servizio appena inaugurato costituito da una App che li accompagna attraverso il telefonino lungo tutto il percorso della chiesa; ma va detto anche che molti si avvalgono di libri che portano da casa. Possono volendo acquistare un biglietto unico di 10 euro con cui visitare tutti i siti (il museo diocesano, la terrazza e il chiostro).

Qual è la sensazione che prova chi entra per la prima volta in Duomo?

Chi viene per la prima volta esprime innanzitutto meraviglia e stupore; diciamo che non si aspetta di vedere quello che poi vede. Rimane sbalordito soprattutto dalla quantità di mosaici presenti nelle pareti, anche perché spesso non hanno mai visto prima dei mosaici di tale bellezza. Quando poi hanno più tempo a disposizione si soffermano nelle varie cappelle scoprendo che il Duomo non è solo raccolta di mosaici, ma anche di altre opere d’arte anche di altri secoli, come per esempio il periodo barocco.

E chi vi è già stato e ritorna cosa esprime?

Chi torna per la seconda, terza o quanta volta non si pente mai della visita, anzi dice sempre di aver compreso e gustato qualcosa in più che prima non aveva notato. In genere non cercano qualcosa di particolare, ma vogliono rimanere colpiti dalla bellezza, come la prima volta.

Il Duomo è innanzitutto un monumento religioso, un tempio cristiano. Chi non ha spiccata sensibilità religiosa come reagisce?

Rimane ugualmente colpito dalla bellezza e poi magari si sofferma di più sugli aspetti architettonici del monumento, sulla sua grandezza ed armoniosità, sul suo valore storico, per esempio come esso si colloca nella storia della Sicilia.

Poi vi sono quelli che si avvalgono dell’ausilio delle guide. Come sono organizzate?

Esistono tre associazioni di guide turistiche per un totale di circa 150 persone tutte specializzate e dotate di tesserino di riconoscimento. Oltre a quelle siciliane ve n’è un certo numero che vengono dall’estero. In tal modo sono coperte quasi tutte le lingue.

Ci dica qualcosa sulla provenienza dei visitatori. Come si distinguono? Cosa fanno?

Cinesi e giapponesi sono i più silenziosi e quelli che chiedono meno. I più attenti e interessati sono i russi. Li riconosco perché fanno per tre volte il segno della croce e poi hanno molto rispetto e attenzione per il luogo che riconoscono come sacro. Gli europei sono tanto attenti quanto distaccati, difficilmente si fanno colpire da quello che vedono. Diciamo che hanno “gli occhi pieni” e non si soffermano abbastanza.

Immagino avrete il problema dell’abbigliamento consono dei turisti. Come lo affrontate?

Innanzitutto con un servizio molto discreto e rispettoso, Cerchiamo innanzitutto di spiegare il motivo, che esistono alcune regole che sono state stabilite e cui tutti devono adeguarsi, li aiutiamo a trovare soluzioni con l’abbigliamento che hanno con loro.

E quando tutto ciò non basta?

Se sene ravvisa la necessità li invitiamo ad indossare una mantellina che diamo loro in confezione sigillata che poi possono portare a casa, anche come ricordo; in genere, ma non sempre, questo servizio viene compreso ed anzi è motivo di ringraziamento.

Il vostro servizio si avvale anche di quello delle forze dell’ordine?

No, in assoluto. Solo per eccezionali evenienze vi abbiamo fatto ricorso, ad esempio quando si è introdotto qualche guida abusiva, oppure quando qualche visitatore ha preteso di portare dentro anche gli animali al seguito. Ma in genere siamo in grado di gestire tutto in autonomia.

Tra i visitatori ci sono anche molti ragazzi. Come si comportano?

Dipende molto da dove vengono e come sono organizzati. Ci sono classi in cui gli studenti sono distratti, svagati, preoccupati più del telefonino che dei mosaici, ma dipende sempre dai professori che non li guidano adeguatamente. In questi anni ho notato che i ragazzi più attenti sono quelli delle scuole francesi. Gli italiani invece sono mediamente i più vivaci. Ma anche il turista italiano è il più confusionario o indisciplinato. I turisti israeliani poi si riconoscono subito perché parlano ad alta voce, seguono poco le indicazioni, sono molto autonomi.

In conclusione qual è il rapporto che avete con i turisti?

Premesso che il tempo è sempre molto breve perché hanno sempre fretta di rientrare, posso dire che quando si fermano, magari dopo la visita, per porre domande più specifiche, per chiedere cose che non sono risultate chiare ecc. noi ne traiamo un positivo giudizio. È un modo per verificare la bontà del nostro lavoro e l’efficacia dell’incontro che hanno fatto. L’impegno che assumono a tornare viene spesso mantenuto.

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