Un modo nuovo di pensare e fare economia

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di Davide Serughetti

Dal 19 al 21 di novembre si è tenuto “The Economy of Francesco”, l’appuntamento voluto da Papa Francesco, svoltosi simbolicamente ad Assisi e che ha coinvolto circa duemila tra imprenditori, economisti, innovatori sociali under 35 da 120 paesi del mondo.

Tra i partecipanti, ci sono stati tanti giovani di Azione cattolica dall’Italia, da Malta, dalla Spagna e dall’Argentina.

L’iniziativa, inizialmente prevista per fine marzo, è stata prima rimandata e poi trasformata in un evento online con la possibilità di affiancare agli eventi centrali dei laboratori interattivi per permettere il confronto tra i giovani partecipanti di territori vicini.

È stata infatti un’ottima esperienza di condivisione con tutti i partecipanti sulle tante buone esperienze in essere nelle nostre realtà associative, e nello stesso tempo è stata occasione per contaminare la vita dell’Ac con le idee e le esperienze.

Il luogo scelto per l’appuntamento dice già tanto dello spirito dell’appuntamento: Assisi, la città di Francesco, segno universale di pace, fraternità, povertà, sogni grandi capaci di rovesciare il mondo e i suoi schemi predefiniti.

Un invito affinché ciascun giovane impegnato nei diversi ambiti dell’economia, dell’impresa, della ricerca, dell’ambiente, dell’innovazione, sia protagonista di quel cambiamento radicale che genera un modo nuovo di fare economia, un’economia con un’anima, capace di prendersi cura dell’uomo e dell’ambiente.

Un’economia che ribalti il dogma neoliberista del mercato che risolve tutto da solo attraverso lo “sgocciolamento” del denaro dei ricchi, come soluzione quasi automatica al problema delle diseguaglianze.

“Non siamo condannati a modelli economici che concentrino il loro interesse immediato sui profitti come unità di misura e sulla ricerca di politiche pubbliche simili che ignorano il proprio costo umano, sociale e ambientale”. Lo ha detto il Papa Francesco nel suo videomessaggio rivolto ai partecipanti.

The economy of Francesco è stata esperienza di ascolto attento delle voci, spesso ritenute periferiche, di noi giovani; è valorizzazione delle storie locali e globali di impresa, è dialogo tra le generazioni e tra diversi attori, istituzionali e per questo è sguardo concreto verso il futuro.

L’evento si è concluso con un manifesto denso di impegni e di richieste da parte dei giovani al mondo degli adulti.

La Chiesa si metta in gioco. Il mondo della Chiesa Cattolica resta sempre una delle istituzioni con più disponibilità di beni immobili e di terreni a rischio abbandono, a causa della progressiva chiusura di ordini religiosi e di parrocchie per carenza di nuove vocazioni alla vita consacrata e per effetto del calo demografico. Si può immaginare, alla luce della carta di impegno di Assisi, un dialogo programmatico tra Chiesa Cattolica, agenzie coinvolte nei piani di sviluppo rurale, piattaforme come Resto al Sud, attori strategici come Fondazione con il Sud, teso ad un rilancio generativo dell’uso economico di questi beni? Ripartire da una nuova progettazione dell’uso dei beni ecclesiastici all’interno dei sistemi di incentivi pubblici all’economia civile ed allo sviluppo sostenibile potrebbe essere la prima immediata risposta ad Assisi.

Nel confronto con esperti, imprenditori e soggetti istituzionali o del mondo ecclesiale, i giovani partecipanti a The Economy of Francesco hanno avuto l’ambizione di far sentire la propria voce per disegnare nuove politiche economiche mondiali capaci di incidere sull’agenda post-pandemia.

Nel pensare e mettere in pratica questo nuovo modello, il mondo giovanile è pieno di idee e energie: si pensi ai vari movimenti ambientalisti o ai molteplici ambiti della società civile e del terzo settore animati da giovani.

Si tratta di ripartire non da mille progetti che spesso restano sulla carta, ma dalle tante buone esperienze già in essere in tante realtà ecclesiali, del terzo settore e della società civile in campo economico e sociale.

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