Biagio Conte: tornerò in Missione prima di Natale

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di Francesco Inguanti

L’emergenza pandemia ha costretto anche Biagio Conte a modificare i suoi progetti. Ha dovuto interrompere il suo pellegrinaggio per le nazioni europee e tornare in Sicilia. Troppi i rischi, tante le difficolta. Lo incontriamo nel luogo ove si è ritirato per pregare e ritemprare il fisico dalle grandi fatiche cui è stato sottoposto.

“Quello che siamo attraversando – dice subito – è un momento di grande prova a causa della pandemia. Ha messo a dura prova anche a me, perché quando sono giunto in Olanda, mentre avevo in animo di salpare per l’Inghilterra, sono stato costretto a interrompere il viaggio”.

Gli chiediamo di dirci che situazione ha lasciato. “Già due mesi fa – prosegue – quando ho deciso di tornare la situazione in nord Europa era molto difficile e faticosa. Avrei voluto rimanere ancora, magari in un luogo più ritirato, ma era oggettivamente molto arduo, visto che non conoscevo quei posti e quelle popolazioni; e così ho ripreso la via di casa”.

Il terreno in cui si è “rifugiato”, nei pressi di Godrano, era abbandonato da anni, anche se in passato il beato Pino Puglisi lo aveva utilizzato per i campi estivi dei suoi ragazzi.

Inizia a raccontare quanto accaduto dopo il suo arrivo. “Il Sindaco e all’Amministrazione comunale di Godrano, dopo essere venuti a trovarmi hanno chiesto all’Ispettorato forestale siciliano, perché questo terreno è demaniale, di iniziare delle opere di rifacimento della vecchia stalla, il cui tetto era crollato e degli spazi esterni”.

Ed in effetti, basta guardarsi intorno per notare che le uniche strutture sono una ed una sorte di cucina in cui fratello Biagio ha sistemano in terra un materasso. Gli chiediamo allora come ha trascorso questi mesi di isolamento. “Collaboro innanzitutto al lavoro degli operi forestali, memore anche delle mie esperienze giovanili acquisite al seguito di mio padre che aveva una piccola azienda edile. Ho poi incontrato quanti sono venuti a trovarmi soprattutto dal circondario. Il resto del tempo è stato tutto per la preghiera e la meditazione”.

Il luogo non assomiglia certo ad un eremo, piuttosto da un cantiere. Mentre parliamo giungono automezzi che portano le materie prime per rendere funzionale il sito: le pietre per lastricare la strada, le travi per rifare il tetto della stalla, le tegole per sostituite quelle rotte. Dopo aver dato qualche disposizione agli operari riprende a narrare. “Sono qua da oltre un mese, ma il mio pensiero è sempre alla Missione. Ho saputo che finalmente “si sono riaperte le porte”, cioè che è finito il tempo della chiusura coatta per paura dei contagi. Io ho già finito la mia quarantena. Spero presto di tornare tra i fratelli lasciati a Palermo. Mi sono riappropriato del motto di San Benedetto “ora et labora”, perché non prego solamente, ma mi adopero per rendere questo luogo più adatto per raccogliere i pellegrini giungeranno, aiutando i Forestali che ogni giorno vengono qui per lavorare”.

7Gli chiediamo allora di illustrare come sarà il posto a lavori ultimati. “Abbiamo pensato di installare in una zona un Presepe che rimanga tutto l’anno che ricordi la Natività, ai piedi della croce che già svetta in alto, porremo una statua della Madonna per ricordare la crocefissione, e sotto un grande albero secolare ricostruiremo idealmente, grazie ad alcuni massi presenti, il luogo del sepolcro di Gesù. Nella strada di accesso porremo le stazioni della Via Crucis. Al centro c’è poi un pagliaio, che era stato realizzato tanto tempo fa: al suo interno abbiamo posto un tavolo e tredici sedie in legno per ricordare l’Ultima cena”.

Ma in verità fratello Biagio non ha rinunciato anche alla sua attività comunicativa. Ha lanciato un appello a tutti gli abitanti di Godrano per invitarli a vivere l’unità tra loro. In una lettera all’Arcivescovo di Palermo ha scritto espressamente: “Grazie Arcivescovo Corrado per aver dialogato e mediato con le varie Istituzioni per i contagi del virus che ha fatto diventare la Missione “zona rossa”, e che grazie al Buon Dio e al tuo soccorso adesso la Missione beneficia di essere “zona verde”, con l’apertura e soprattutto con la guarigione di tutti gli ammalati”.

Il 23 novembre vi è stata anche una significativa cerimonia nella quale sono stati messi a dimora 10 cipressi, 5 ulivi, un abete e un cedro. Li ha benedetti padre Pino Vitrano, con la presenza di tanti volontari e degli operai della forestale. Biagio ha detto quel giorno: “Questa nostra piantumazione è in comunione, con l’iniziativa del Festival della Dottrina Sociale della Chiesa di Verona che è portata avanti dal referente nazionale DSC Salvatore Urso e da tante persone di buona volontà, che oggi hanno piantato un melograno al Giardino dei Giusti a Palermo, per dare un grande respiro di fratellanza. Con l’occasione voglio salutare tutti i rappresentanti del Festival, con cui ci uniamo in preghiera e ci tengo a ricordare con grande affetto il fondatore del Festival Don Adriano Vincenzi”.

Ha trovato tempo anche per lanciare i suoi starli sulla festa di Halloween a suo avviso poco educativa per i ragazzi. Proprio pensando a loro aggiunge: “Questo luogo deve diventare luogo di speranza soprattutto per i giovani, un luogo in cui la natura, il silenzio, le montagne li aiutino a comprendere il senso del vivere. A loro non possiamo dare solo tecnologia, per altro ormai indispensabile per vivere, ma anche il rapporto con la terra e la natura affinché abbiano occasioni per riflette e valutare sul loro futuro”.

Il suo pensiero torna alla Missione e ai fratelli che vi abitano: “Fremo perché desidero fortemente tornarvi prima di Natale perché in Missione mi aspettano è c’è bisogno anche del mio aiuto diretto e concreto. Certo sarà per tutti un Natale diverso, ma forse proprio per questo più vero. Questa dura prova non deve farci perdere la speranza, perché è come se il Signore quest’anno ci volesse tutti più insieme idealmente riuniti in questa capanna alle nostre spalle che è il nostro tetto, la nostra casa, un posto per riscoprire il valore degli affetti familiari”.

È giunta l’ora di andar via ma prima vuole tramite il nostro giornale ringraziare i tanti che lo hanno aiutato: oltre agli operai della Forestale, i Carabinieri, gli abitanti di Godrano e soprattutto i pastori e i contadini del vicinato che quotidianamente gli portano i pochi cibi necessari al suo sostentamento. Ma poi chiede di fare un appello e dice: “Oggi è la Giornata della Colletta Alimentare. Quest’anno si fa in modo diverso a causa del Coronavirus, ma va fatta di più e meglio, perché anche a causa sua aumentano i poveri e la povertà. Invito tutti ad essere generosi”.

 

 

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