“Le valigie di cartone” giungono nella piazza di Terrasini

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di Francesco Inguanti

Proseguono le attività che don Antonio Garau, parroco a Palermo, porta avanti da molti mesi sotto l’emblematico titolo: “Le valigie di cartone”.

L’iniziativa è nata in modo spontaneo in uno tra i più poveri quartieri di Palermo, Borgo Nuovo, più precisamente nella parrocchia di san Paolo Apostolo dove don Garau ha voluto raccogliere il grido non di chi è già partito, ma dei loro familiari, perché questo esodo si fermi in tempo. Attorno a lui e a tanti altri parroci si sono radunati molti altri cittadini che si sono dati appuntamento per la prima volta in Piazza Indipendenza a Palermo proprio alla vigilia del 1 maggio per poi sfilare in corteo e in silenzio fino alla piazza antistante la sede del Parlamento Siciliano.

Dietro lo striscione che diceva: “Io non vado via. Amo la mia terra”, ogni partecipante portava una valigia di cartone con gli slogan più vari: “Vogliamo lavorare nella nostra amata città”. “Non vado Via. Amo la mia terra”. “Vogliamo dignità”.

Dopo la “prima” di Palermo, l’iniziativa si è spostata via via in tante diocesi siciliane ed è approdata il 30 agosto 2019 nella diocesi di Monreale e si è svolta a Terrasini.

Vi ha preso parte l’arcivescovo mons. Michele Pennisi, che ha colto l’occasione per esortare i giovani a fare il possibile per rimanere in Sicilia. Ha altresì rivolto un appello alle Istituzioni pubbliche per una politica che favorisca la possibilità per i giovani di studiare e lavorare in Sicilia.

Anche in questa circostanza la manifestazione è stata silenziosa. In molti hanno formato un corteo portando in una mano una candela e nell’altra una valigia di cartone. Giunti in piazza l’Arcivescovo ha impartito la benedizione ai presenti.

Don Antonio Garau nel ringraziare tutti i partecipanti ha espresso il compiacimento di vedere la chiesa locale vicina e solidale con i giovani che rischiano di emigrare.

Mons. Pennisi ha ricordato l’impegno delle Diocesi siciliane per aiutare i giovani ad investire sul loro futuro senza abbandonare la Sicilia. Si tratta del Progetto Policoro, che ha per scopo quello di coinvolgere i soggetti del mondo cooperativo, le associazioni datoriali, i sindacati e gli enti pubblici in un’azione sinergica che punta a sostenere le iniziative di lavoro autonomo, in forma individuale o associata, proposta dai giovani stessi.  Nei territori delle diocesi siciliane operano 26 animatori di comunità che incontrano altri giovani nelle scuole e nelle parrocchie per progettare una strada diversa dell’emigrazione, proponendo percorsi di accompagnamento alla progettazione e allo sviluppo di idee imprenditoriali da realizzare nella nostra Sicilia.

I dati del 2018 del Rapporto SVIMEZ 2018 dicono che negli ultimi 16 anni 1.800.00 residenti hanno lasciato la Sicilia: la maggior parte di loro (90%) sono giovani fra i 15 e i 35 anni e 1/5 di loro sono laureati. Si tratta di un impoverimento di risorse umane per la Sicilia che diventa anche uno sperpero di ingenti risorse economiche se si considera che la spesa sostenuta dal pubblico per consentire ad un giovane di raggiungere la laurea è di 123 mila euro (stima OCSE).

 

             

 

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