Pina Suriano. La santità della porta accanto

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Presentato a Partinico il nuovo libro di don Giuseppe Ruggirello

Le 84 pagine del volume illustrano, dopo una sintetica narrazione della vita di Pina Suriano, gli avvenimenti accaduti dopo la sua morte, l’iter del processo della causa di beatificazione, la manifestazione della beatificazione avvenuta il 5 settembre del 2004 e giungono fino al giorno della ricognizione del corpo e alla inaugurazione del nuovo simulacro. Al testo si aggiunge una breve raccolta dei suoi scritti e le preghiere per la memoria liturgica fissata per il 19 maggio.

La presentazione del libro: “Pina Suriano. La santità della porta accanto” avvenuta a Partinico proprio nel Santuario in cui riposano le sue spoglie, è stata una nuova e bella occasione per verificare quanto sia attuale la sua figura a 68 anni dalla sua morte e quanto sia vivo il suo ricordo, soprattutto tra i partinicesi.

Sono stati chiamati a presentare il libro Giovanna Parrino, Presidente dell’Azione Cattolica di Monreale e mons. Carmelo Vicari, parroco di sant’Ernesto e vicario territoriale della Diocesi di Palermo. Era presente l’autore, don Giuseppe Ruggirello, Rettore del Seminario Arcivescovile di Monreale e direttore della Biblioteca Ludovico II de Torres, che ne ha curato la stampa e la pubblicazione.

Ruggirello è certamente il miglior conoscitore della vita, delle opere e degli scritti della Beata di Partinico per aver curato, dopo molti anni di lavoro, la pubblicazione nel 2016 del volume: “Gli scritti. Edizione critica”.

Proprio lui ha voluto rispondere alla domanda più ricorrente: perché la pubblicazione di questo nuovo testo? Ha risposto sostenendo che dopo la pubblicazione degli scritti, molti avevano avanzato la necessita di una pubblicazione più breve e che comprendesse la narrazione dei fatti successivi alla sua morte e giungesse fino ai giorni nostri.

Il volume, nelle sue 84 pagine, risponde perfettamente a questa esigenza perché dopo una sintetica narrazione della vita di Pina Suriano, illustra gli avvenimenti accaduti in seguito alla sua morte, il processo della causa di beatificazione, la manifestazione della beatificazione il 5 settembre del 2004 fino al giorno della ricognizione del corpo e alla costruzione del nuovo simulacro. Al testo si aggiunge una breve raccolta dei suoi scritti e le preghiere per la memoria liturgica fissata per il 19 maggio. Si conclude con una cronologia della vita e della causa di beatificazione. Il testo è corredato da foto molto significative degli eventi riportati e si avvale di una vesta grafica agile e ben curata

Della attualità della Beata di Partinico ha parlato per prima Giovanna Parrino che ha evidenziato innanzitutto l’importanza del sottotitolo del testo: “La santità della porta accanto”, perché ha detto: “il libro ci invita a metterci alla ricerca della porta accanto, ma anche di bussare a tutte le porte” alla ricerca di una santità che c’è e che spesso non vediamo. “Ecco perché – ha aggiunto – il libro ci invita a metterci in movimento, per vedere, incontrare e riconoscere la santità che esiste”.

Giovanna Parrino ha evidenziato tre aspetti emersi dalla lettura del libro. Il primo è il rapporto che lega la protagonista al suo autore, don Giuseppe Ruggirello, che, come traspare dalle pagine, non è appena il suo interprete più attento, ma un suo discepolo che da quella figura trae aiuto e sostegno per la propria vita. Non a caso poi il libro si sofferma anche su due avvenimenti importanti: il decennale della beatificazione e il centenario della nascita, fatti di grande rilevo per la realtà diocesana che testimoniano, ove ve ne fosse bisogno, l’attualità della sua figura.

Questi fatti, ed è il secondo rilievo, hanno avuto grande influenza sulla Azione Cattolica monrealese suscitando al suo interno iniziative, ma soprattutto impegno missionario, nella scia “di quella Chiesa in uscita, così cara a papa Francesco – ha detto Giovanna Parrino – divenendo essa stessa palestra di santità”. Parrino ha concluso la sua comunicazione rispondendo in prima persona alla domanda su cosa oggi dice la Beata a tutti gli uomini. “I suoi scritti – ha precisato – dicono del suo rapporto con Gesù, un rapporto affascinate che non possiamo replicare, ma certamente ammirare, un rapporto che ci interroga”.

Anche Carmelo Vicari è partito dal libro, dalla simpatia che gli ha procurato la lettura, perché “in modo essenziale – ha detto – offre i fatti fondamentali della storia di Pina Suriano, suggerendo di non fermarsi solo agli aneddoti, ma di cogliere il senso della sua vita”. Poi è passato a ricordare come la sua figura in modo discreto ma stabile segue fin dall’inizio l’evolversi della sua vocazione sacerdotale.

Ha poi posto ai presenti una domanda: “Perché Dio ha scelto questa donna nel tempo in cui ha vissuto?” “È nata e vissuta – questa la sua risposta – negli anni tra le due guerre, quelli contraddistinti dal totalitarismo e dal mito della onnipotenza dell’uomo. Ma Gesù si è manifestato nella apparente fragilità di questa donna, che sembra non aver vinto. Ma chi ha vinto veramente? Questa donna, trapassa questi eventi ed oggi appare vittoriosa, come prototipo di donna vera”.

Carmelo Vicari ha poi ripercorso gli anni di Pina Suriano quelli dei grandi ideali. “Pina Suriano – ha continuato – ha vissuto questi ideali, quelli che oggi sembrano non esistere più e li ripropone fino ai giorni nostri. Nel libro si può comprendere come l’Azione Cattolica di quegli anni fosse un luogo di libertà, pur sotto il dominio fascista. Si corregge così il mio del fascismo che occupava tutti gli spazi. Era possibile, invece, e il libro lo documenta, fare esperienze di educazione e di libertà pur in quel clima così opprimente. E tutto ciò era reso possibile dalla fede e dal rapporto con il Signore. L’A. C. e la Chiesa del tempo erano ancora in grado di offrire una proposta di vita affascinante e rendere possibile vivere la libertà”.

Ha poi rilevato come la vita di Pina evidenzia che mettendo in gioco tutti i suoi fattori costitutivi, anche quelli apparentemente ostativi alla sua vocazione, sia nata una vita nuova e un modo nuovo di affrontare la vita, anche in opposizione ai migliori giudizi e progetti che noi pensiamo. “Questo – ha spiegato – è stato possibile grazie alla sua obbedienza al piano di Dio sulla sua vita che non era esattamente quello per cui lei si era in buona fede battuta”. E poi ha aggiunto: “Pina ci ha insegnato quello che anche oggi papa Francesco ci ricorda: il cristianesimo è un incontro, non è né dottrina, né regole, né leggi. Questo lei lo ha vissuto in prima persona, lo ha comunicato ai suoi amici e lo continua ad insegnare anche oggi fino a noi. Ci ha insegnato a ricercare l’essenziale e a trovarlo nel cuore del cristianesimo”.

A conclusione dell’incontro il Vicario generale don Antonino Dolce ha evidenziato, tra l’altro, l’importanza delle pagine del libro che riportano i testi della memoria liturgica della Beata il 19 maggio di ogni anno. È sorta così tra i presenti la proposta di pensare ad un ricordo liturgico comune nella parrocchia di sant’Ernesto e nel Santuario di Partinico. Con questo impegno tra i protagonisti si è conclusa la serata.

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