Una mattina con fratel Biagio

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di Maria Cristina Scianna

Dal 18 febbraio Fratel Biagio Conte continua la sua protesta attraverso il digiuno, all’ingresso della porta laterale della Cattedrale di Palermo; visibilmente debole, ma con gli occhi pieni di speranza, non mangia da più di venti giorni, ma nutre la sua anima attraverso la preghiera; la forza per non mollare la trova in Dio.

Tante sono le persone che si sono recate a fargli un saluto, a chiedere una preghiera per i propri cari, per accertarsi del suo stato di salute; altri hanno pregato per lui, sostenendolo in questa protesta, lui sempre disponibile con tutti.

Conoscere e osservare da vicino un uomo dall’anima così pura è stato un onore per me, seduta accanto a lui abbiamo parlato delle motivazioni che lo hanno spinto al suo digiuno. Come troviamo affisso sul muro fuori la Cattedrale, Fratel Biagio digiuna affinché il virus venga sconfitto, digiuna per tutti i poveri e i senza tetto, per i diritti dei migranti, per la crisi ed i disoccupati, digiuna e prega perché si rispetti l’ambiente in cui viviamo, per una società giusta e una più corretta politica che tuteli e rispetti i veri diritti umani; prega e digiuna affinché ci impegniamo a costruire un mondo più stabile e più sicuro per i giovani, ed infine prega e digiuna contro il dilagare della violenza a causa dell’utilizzo sbagliato di internet.

Inoltre si rivolge a tutte le istituzioni, alla Chiesa, ai genitori, agli insegnanti, affinché si possa uscire al più presto da questa crisi di valori, dal mal di vivere dell’indifferenza, dall’egoismo, dall’orgoglio, dalle false ideologie, dal lusso; ci ricorda che un giorno lasceremo tutto su queste terra e non porteremo niente con noi. Dovremmo farci un esame di coscienza, levare il superfluo dalle nostre vite, essere più disponibili per il prossimo, fare gesti caritatevoli verso gli altri; basta poco, come diceva Madre Teresa di Calcutta: “Quello che facciamo è soltanto una goccia nell’oceano. Ma se non ci fosse quella goccia, all’oceano mancherebbe.” Bisogna fare piccole cose, ma con grande amore.

Fratel Biagio inoltre si domanda: “Se le istituzioni hanno immesso tante forme restrittive per contrastare il Covid, perché si sottovaluta l’importanza di introdurre leggi e regole che tutelino i cittadini, i bambini ed i giovani? Abolendo così tutto ciò che è negativo, violento, diseducativo in internet, vietando tutto ciò che incita ad ogni forma di male e di violenza; cercando di formare una nuova e più sicura generazione per il bene di tutte le società”.

Nel corso della intensa mattinata trascorsa insieme, mi ha riportato l’esempio di Carlo Acutis, col quale afferma di avere tantissime cose in comune e lo ringrazia per la sua grande testimonianza di vera pace e speranza. Un ragazzo dal quale dovremmo prendere esempio un po’ tutti, che nonostante la sua giovane età, nonostante provenisse da una famiglia benestante, non ha mai ostentato il suo benessere, ha sempre aiutato il prossimo, ha instaurato un rapporto di amicizia con Dio; un ragazzo come tanti di noi, con la passione per lo sport, la musica, l’informatica, un genio del computer ma che utilizzava in maniera costruttiva per trasmettere il Vangelo, per comunicare valori e bellezza; non c’era un giorno, anche in vacanza, in cui non si recava a messa. Questo è quanto mi ha raccontato di lui.

Fratel Biagio mi ha chiesto di leggere una frase di Acutis: “Perché gli uomini e le donne si preoccupano tanto della bellezza del proprio corpo e poi non si preoccupano della bellezza della propria anima?” La vera bellezza è dentro di noi e alimentandola si diventa belli fuori; un pensiero che ognuno di noi dovrebbe fare proprio.

Fratel Biagio si rivolge a noi giovani, ci esorta ad essere nel nostro piccolo un po’ più simili a Carlo Acutis e un po’ meno indifferenti al prossimo; per questo bastano piccoli gesti di fratellanza. A conclusione della mattinata abbiamo recitato il Santo Rosario e abbiamo pregato per tutte quelle persone che sono morte a causa di questo maledetto virus; abbiamo pregato affinché da questa esperienza impariamo ad essere migliori gli uni con gli altri, ad avere fiducia in Dio che è sempre con noi. E se a volte ci sembra “insensibile” alle nostre richieste d’aiuto, è per mettere alla prova e rafforzare la nostra fede; non dobbiamo agitarci, ma affidarci a lui.

La mattinata trascorsa con Fratel Biagio mi ha fatto tanto riflettere e spero che ognuno di noi nel proprio piccolo si possa rendere conto di quanto a volte basta davvero poco per cambiare la situazione di stallo in cui ci troviamo, rendendo così il mondo migliore.

 

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