di Michele Pennisi
Carissimi fratelli e sorelle,
anche quest’anno a causa del perdurare della pandemia ci prepariamo a vivere una Quaresima priva di manifestazioni esteriori. Tuttavia, questo non ci impedisce di seguire Gesù verso Gerusalemme, per sperimentare la gioia della Pasqua di Resurrezione, fondamento della nostra speranza.
Il Santo Padre Francesco, nel Messaggio per la Quaresima 2021, prendendo spunto dalle parole con cui Gesù annunzia la sua passione ai discepoli “Ecco, noi saliamo a Gerusalemme…” (Mt 20,18), ci invita a vivere la Quaresima come tempo favorevole per rinnovare le virtù teologali della fede, speranza e carità.
Scrive il Papa: “In questo tempo di conversione rinnoviamo la nostra fede, attingiamo l’acqua viva della speranza e riceviamo a cuore aperto l’amore di Dio che ci trasforma in fratelli e sorelle in Cristo. […] Il digiuno, la preghiera e l’elemosina, come vengono presentati da Gesù nella sua predicazione (cfr Mt 6,1-18), sono le condizioni e l’espressione della nostra conversione. La via della povertà e della privazione (il digiuno), lo sguardo e i gesti d’amore per l’uomo ferito (l’elemosina) e il dialogo filiale con il Padre (la preghiera) ci permettono di incarnare una fede sincera, una speranza viva e una carità operosa”.
Fede, speranza e carità sono tre aspetti strettamente uniti che, a partire dall’insopprimibile desiderio di Dio iscritto nel cuore dell’uomo, esprimono la vita teologale del cristiano che risponde liberamente alla grazia, che nell’“evento” Gesù Cristo realizza la promessa divina. La stretta relazione fra fede e speranza è espressa da Dante che cita la lettera agli Ebrei al versetto 11,1: “Fede è sustanza di cose sperate e argomento de le non parventi” (Paradiso XXIV, 64). Il rapporto fra le tre virtù teologali è colto da Charles Péguy in modo poetico. La fede è paragonata a una sposa fedele, la carità ad una madre o a una sorella maggiore, la speranza a “una bambina da nulla” che sta nel mezzo e “si tira dietro le sue sorelle più grandi” (cfr. C. Péguy, Il Portico del mistero della seconda virtù).
Anche se nell’attuale contesto di preoccupazione per il futuro, in cui tutto sembra incerto, noi cristiani siamo chiamati a “sperare contro ogni speranza” (Rm 4,18).
“Il tempo di Quaresima – scrive Francesco – è fatto per sperare, per tornare a rivolgere lo sguardo alla pazienza di Dio, che continua a prendersi cura della sua Creazione, mentre noi l’abbiamo spesso maltrattata (cfr. Laudato si’, 32-33.43-44). È speranza nella riconciliazione, alla quale ci esorta con passione San Paolo: «Lasciatevi riconciliare con Dio» (2 Cor 5,20)”.
In un tempo nel quale non ci sono state risparmiate sofferenza, paura, incertezza sul futuro, morti di persone care, con l’allentarsi della diffusione del coronavirus e l’avviarsi del piano delle vaccinazioni, si incomincia a vedere la luce in fondo al tunnel, non per ripartire da ciò che si è sempre fatto, ma per ricominciare in vista di una conversione pastorale della nostra Chiesa.
Papa Francesco ci esorta: “Nella Quaresima, stiamo più attenti a «dire parole di incoraggiamento, che confortano, che danno forza, che consolano, che stimolano, invece di parole che umiliano, che rattristano, che irritano, che disprezzano” (Fratelli tutti, 223). A volte, per dare speranza, basta essere “una persona gentile, che mette da parte le sue preoccupazioni e le sue urgenze per prestare attenzione, per regalare un sorriso, per dire una parola di stimolo, per rendere possibile uno spazio di ascolto in mezzo a tanta indifferenza” (ib., 224). […] Vivere una Quaresima con speranza vuol dire sentire di essere, in Gesù Cristo, testimoni del tempo nuovo, in cui Dio «fa nuove tutte le cose» (cfr Ap 21,1-6). Significa ricevere la speranza di Cristo che dà la sua vita sulla croce e che il Padre risuscita il terzo giorno, «pronti sempre a rispondere a chiunque [ci] domandi ragione della speranza che è in [noi]» (1Pt 3,15)“.
La Quaresima è anche il tempo nel quale vivere la carità verso il prossimo più bisognoso, anche al di là dei confini del nostro Paese. Quest’anno per la Quaresima di Fraternità, su richiesta di Mons. Stephen Nyodho Ador Majwok, vescovo di Malakal nel Sud Sudan, che da studente nelle Facoltà Pontificie, durante le vacanze estive, ha svolto il suo servizio pastorale in alcune parrocchie della nostra arcidiocesi, propongo la riattivazione del pozzo e dell’impianto per l’acqua potabile nella Parrocchia di St. Michael, a Paryang, nel Nord-Ovest della diocesi. La raccolta delle offerte per questa iniziativa la faremo domenica 21 marzo.
Lo scorso 8 dicembre, Papa Francesco con la Lettera apostolica “Patris corde”, scritta per celebrare il 150° anniversario della dichiarazione di San Giuseppe quale patrono della Chiesa universale, ha indetto “L’Anno di San Giuseppe”. Nella Lettera il Santo Padre, dopo avere definito San Giuseppe “Padre amato, padre nella tenerezza, padre nell’obbedienza, padre nell’accoglienza, padre del coraggio creativo, padre lavoratore, padre nell’ombra”, invita ad “accrescere l’amore verso questo grande Santo, per essere spinti a implorare la sua intercessione e per imitare le sue virtù e il suo slancio”. Per tale motivo le Stazioni Quaresimali quest’anno le faremo in tre parrocchie in cui è presente una particolare devozione al Santo Patriarca: Borgetto, Chiesa Madre (24 febbraio); Piano Maglio (Altofonte), Parrocchia S. Giuseppe (3 marzo); Chiusa Sclafani, Chiesa Madre (17 marzo). Alle ore 19,00 presiederò i Vespri e terrò la catechesi con la trasmissione in diretta streaming che potrà essere seguita in tutta la diocesi.
Il 19 marzo 2021 papa Francesco inaugurerà l’Anno “Famiglia Amoris Laetitia” che si concluderà il 26 giugno 2022, con l’obiettivo di offrire alla Chiesa l’opportunità di riflettere, approfondire e vivere concretamente la ricchezza dell’Esortazione apostolica. Pertanto invito le parrocchie e le aggregazioni ecclesiali a organizzare iniziative a carattere spirituale, pastorale e culturale per rilanciare la pastorale delle famiglie, che è tra le priorità della nostra Chiesa diocesana.
Vi esorto ad accompagnare con la preghiera i nostri catecumeni che riceveranno i sacramenti dell’iniziazione cristiana nella prossima Pasqua.
L’appello a vivere questa Quaresima come percorso di conversione, preghiera e condivisione dei nostri beni, ci aiuti a rivisitare, nella nostra memoria comunitaria e personale, la fede che viene da Cristo vivo, la speranza animata dal soffio dello Spirito e l’amore la cui fonte inesauribile è il cuore misericordioso del Padre.
La benedizione di Cristo Risorto ci accompagni nel cammino verso la luce pasquale.