EPIDEMIA, PREGHIERA

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La Redazione di Giornotto, vi augura una Santa Pasqua con questa poesia scritta da Sergio Cristaldi.

EPIDEMIA, PREGHIERA

Tieni lo sguardo, Dio, su di lei,

non rimane al riparo, va incontro

all’aria mista di scorie

invisibili, al crocevia

di sconosciuti e non fa storie

se una voce in dono la raggiunge 

senza la minima precauzione,

a sera non si sente in pace, vorrebbe

stare in mezzo fra la vittima e

il laser micidiale che l’ha puntata.

 

Tieni lo sguardo su di loro, lontani,

esposti altrove all’emergenza,

voci al telefono con

interferenze, facce che su un display 

si eclissano per ritrovare 

la scala a chiocciola o un ascensore

traballante, lo scatto al buio 

del portone e col cuore in gola

gente in un gergo estraneo 

e familiare davanti a una bottega

o alla fermata di un bus semivuoto,

ma qualche viaggiatore c’è,

chissà il ruolino di marcia.

 

Vivere come si fa senza la mano

che tocca e il respiro mischiato 

al respiro Occhi si affacciano 

esitanti, da lontano qualche cenno

saluta a metà. Vita è un abbraccio

sperato o no, ricevuto 

nella piazza dell’appuntamento,

o il sussurro alla lebbra accovacciata

in pubblico (fanno il giro largo).

È nebbia o infezione che risale

i vetri esausti? Intimità sotto assedio

e non c’è tregua, tagliare

i ponti, massima allerta 

a ogni infiltrazione, anche esigua,

resti incontaminato 

il guscio o ventre o bunker

per loro se tornassero, per lei che ancora

intreccia luce e rischio, rinvia

senza saperlo il rientro.

 

Ha brividi la pelle ma dentro i guanti

perde contatto, presa e soffre 

la sciarpa attorno alla bocca 

Su questa preghiera confusa, spuria

Signore tieni lo sguardo, 

vedi come arretra per paura 

in un ristagno terroso di fiori marci, 

nemmeno sa reggere la veglia,

scivola in un sonno a soprassalti.

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