“Voi siete il sale della terra e la luce del mondo” (Mt 5, 13-14)
a cura dell’equipe di pastorale giovanile della diocesi di Monreale
Notte di festa, musica, riflessione e preghiera: sono stati questi gli ingredienti della Notte Bianca diocesana 2023, che si è svolta il 25 e il 26 novembre, organizzata dall’equipe di Pastorale Giovanile dell’Arcidiocesi di Monreale, coordinata dal direttore, don Gaetano Gulotta, e sostenuta, sin dai primi passi, da S.E. Mons. Gualtiero Isacchi, Arcivescovo di Monreale.
Dopo il successo del primo anno, l’iniziativa dello scorso weekend è stata la seconda edizione di un incontro che ha visto insieme più di 450 giovani, provenienti dalle diverse realtà della diocesi e non solo, accolti nella splendida cornice del “Centro Maria Immacolata”, di Poggio San Francesco. L’iniziativa è stata pensata e progettata per la Solennità di Cristo Re, domenica che chiude il tempo liturgico ordinario, scelta da Papa Francesco come la data in cui celebrare a livello locale la Giornata Mondiale della Gioventù nelle singole diocesi del mondo. In questa occasione, il Servizio di Pastorale Giovanile ha scelto come tema centrale dell’evento il passo evangelico “Voi siete il sale della terra e la luce del mondo” (Mt 5, 13-14). Dopo una prima fase di accoglienza e di registrazione dei vari gruppi, è iniziata la festa con le musiche di Dj Alberto Nicosia e di Alex Vecchietti, il quale ha contribuito in maniera significativa nella presentazione dei suoi brani con un ritmo coinvolgente. Al termine della cena, preparata con cura e dedizione dagli amici dell’Unità Pastorale Piano Maglio – Villaciambra, un momento inedito: il Talk Show! Come in un vero e proprio salotto televisivo, sono stati invitati l’Arcivescovo, Mons. Gualtiero Isacchi; i coniugi Sollena, entrambi impegnati nell’ambito della scuola; i coniugi D’Orsi, direttori dell’Ufficio di Pastorale familiare della Arcidiocesi di Monreale; Luigi Lombardo, ispettore della Polizia di Stato. “Le risposte degli ospiti alle domande poste dai giovani sono risultate avvincenti, hanno saputo scuotere gli animi dei presenti sui temi più comuni del mondo giovanile come il rapporto genitore-figlio, l’uso dei social network, il confronto educatore-giovane, etc. Ne è emersa una consapevolezza condivisa piena di speranza in cui l’essere sale della terra e luce del mondo è responsabilità di ognuno di noi per la cura e il rispetto dell’altro” – così si esprime Vincenzo Bonello che, insieme a Roberta Ragusa, hanno ricoperto rispettivamente il ruolo di presentatore e presentatrice della serata. La data scelta per la realizzazione dell’evento è risultata essere ancora di più densa di significato alla luce di quanto è accaduto nei giorni scorsi; infatti, al termine del Talk Show è stato rivolto un pensiero a tutte le donne vittime di violenza attraverso un minuto di silenzio e un fragoroso applauso. L’esperienza del Talk Show non è stata l’unica occasione di riflessione per i giovani presenti.
La denominazione “Night to Shine” ha sintetizzato concretamente l’obiettivo della notte: brillare. In particolare, si è realizzata la Via Lucis dal titolo “Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino” (Salmo 118, 105). Il percorso, composto da quattro tappe, si è svolto attorno alla struttura di Poggio San Francesco ed è stato guidato dal vescovo. Le meditazioni di ciascuna tappa sono state preparate da alcuni giovani dell’equipe, Gabriele, Laura, Alessio e Matteo e hanno permesso ai giovani di porsi delle domande a proposito del valore del sale e della luce, in relazione ai passi biblici. Straordinario è stato anche il rientro all’interno del salone, a luci spente per l’occasione, che ha spinto i giovani ad utilizzare la torcia del loro cellulare per illuminare la strada. È bello pensare che la necessità di accendere la luce non sia stato soltanto un bisogno del momento, ma sia stata una presa di consapevolezza per tutti. È questo il momento che si è agganciato all’Adorazione Eucaristica, animata attraverso la preghiera e i canti. Nel corso della notte, si sono svolte anche le tende di ascolto, divise per gruppi di età, ciascuna delle quali riportava il nome latino di una stella. La scelta di dare un’identità ai gruppi e di indicarli attraverso le stelle è stato di straordinaria importanza; considerate ottime guide nel passato per i naviganti, le stelle assumono il ruolo di indicatori di senso, soprattutto se ne consideriamo la loro mancanza che porta a mettersi alla ricerca di qualcosa di più, dunque a desiderare. La dimensione dell’ascolto, quindi, può essere uno dei più importanti desideri dei ragazzi, poiché l’esigenza di ascoltare ed essere ascoltati è sempre più diffusa tra le giovani generazioni, ma a volte messa in sordina e altre volte, gridata. L’ascolto non sempre si verifica nei contesti che abitiamo e nelle comunità che frequentiamo, tuttavia, l’esperienza della Notte Bianca ha dato testimonianza del fatto che la Chiesa vuole essere per i giovani, vuole camminare accanto a loro, condividendo il peso delle loro fatiche e la gioia dei loro sogni realizzati. Dalle tende di ascolto, infatti, sono emersi tanti dialoghi significativi tra i giovani, che hanno principalmente riflettuto sui diversi argomenti affrontati durante il Talk Show, che poi si sono snodati anche in altre discussioni su altre tematiche molto vicine alla loro età. Inoltre, è desiderio dell’Arcivescovo che questo nuovo anno pastorale sia “l’anno dell’ascolto”: dunque, anche per noi giovani rappresentanti delle realtà locali in equipe, siamo chiamati a metterci in ascolto dei nostri coetanei, affinché le attività proposte dalla pastorale giovanile diventino risposta tangibile e attenta alle esigenze del nostro tempo. Un’altra indicazione di senso deriva dalla riflessione del nostro Arcivescovo, il quale ha affermato: “per essere sale della terra e luce del mondo dobbiamo essere alternativi, cioè essere capaci di fare la differenza con il coraggio dell’umiltà perché così come il sale non ha bisogno di farsi vedere e di farsi notare, ma è capace di dare sapore alla vita, così dovremmo essere noi cristiani e così dovete essere voi giovani. [..] il coraggio dell’umiltà del sale, dell’umiltà della luce, che danno gusto alla vita”.
All’evento era presente il Seminario Arcivescovile di Monreale, insieme al rettore, don Francesco Di Maggio e al vice rettore, don Savino D’Arario, il quale ha evidenziato che “Essere sale della terra e luce del mondo vuol dire essere testimoni credibili”. Alcuni dei giovani presenti hanno descritto in questo modo il significato di “Essere sale della terra e luce del mondo”: significa “vivere la nostra vita di cristiani in maniera attiva e partecipata”, “essere portatori di speranza che ci viene data da Gesù Cristo che ci dona la gioia di stare nel mondo con i nostri fratelli”, affermano rispettivamente Alberto Oddo ed Emmanuel Saladino. Al termine delle tende di ascolto e dell’Adorazione Eucaristica, la maggior parte dei giovani hanno continuato a vivere la fraternità attraverso la musica e i giochi da tavola, o semplicemente facendo quattro chiacchere con i loro amici, nell’attesa dell’alba e della Celebrazione Eucaristica che ha concluso il grande evento.
Con gli occhi stanchi e il cuore pronto a lanciarsi verso nuovi orizzonti, i giovani hanno fatto rientro alle loro case, certi che in ciascuno di loro è stato coltivato un seme nuovo di speranza che, di certo, germoglierà!
“Cari giovani, siamo la luce del mondo e il sale della terra, lo siamo sui banchi di scuola e nelle aule universitarie, lo siamo nel nostro lavoro e nel tempo libero. Saremo sale e luce anche nella fatica di ogni giorno, se avremo il coraggio di alzare lo sguardo, di essere alternativi, di scegliere il bene per noi e per chi ci sta intorno. È più difficile, sì, ma è possibile, perché noi siamo capaci di brillare e di dare gusto alla vita in un modo straordinario e originale!” (Maria Pia Ponzo)